Scandalo annunciato
15/10/2013
FELICE DE SANCTIS - Porto delle nebbie avevamo definito subito questo progetto da “porto dei sogni”. I sogni di un solo uomo. Avevamo individuato subito i profili negativi di un’opera pubblica inutile e costosa, nata male e proseguita peggio, col rischio di pesare per anni sulle tasche dei cittadini, una cambiale a lunga scadenza, con scarsi effetti positivi. Tutto sembrava pasticciato fin dall’inizio: ci aveva insospettito, nel nostro lavoro di giornalisti liberi, quello strano contributo statale ottenuto in un finanziamento per la città di Milano (un favore ricambiato dalla Lega per il via libera alle quote latte?). E i tentativi, confermati dall’inchiesta giudiziaria, di inserire nella Finanziaria, un capitolo per il finanziamento del porto? Quello del porto è un progetto fuori tempo, poteva avere un senso nel 1985, ma non oggi con la concorrenza degli altri porti pugliesi e soprattutto con l’idea autarchica che l’ex sindaco sen. Antonio Azzollini (foto), aveva portato avanti, sempre contro tutti, in solitaria gestione, magari solo col “cerchio magico della Nutella”. Tra l’altro il traffico portuale è in forte calo in tutt’Italia e le compagnie portuali stanno licenziando i dipendenti. Una testimonianza degli articoli, delle inchieste e della lungimiranza di “Quindici” sul porto (perfino un’intervista di chi scrive a Calderoni), la offriamo ai lettori a pag. 15, per ricordare il ruolo storico e civile della nostra testata. Dire oggi che avevamo avuto ragione, non ci consola. Certo, era uno scandalo annunciato, ma ci auguriamo che le persone coinvolte nell’inchiesta della magistratura, soprattutto quelle veramente estranee alla truffa, riescano a dimostrare la loro innocenza. I guai giudiziari non fanno piacere a nessuno, anche a noi che non siamo giustizialisti, ma cultori delle regole e della legalità, che è altra cosa. Le accuse dei magistrati per questo scandalo definito anche “sistema Azzollini” sono gravissime: si va all’ipotesi di associazione a delinquere alla truffa ai danni dello Stato, dall’abuso d'ufficio alla frode in pubbliche forniture, dall’attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi ai reati ambientali. L’ex sindaco, che avrebbe dovuto subito avere la sensibilità di dimettersi come avviene, per molto meno, in tutti i Paesi civili, non si vergogna nemmeno un po’, anzi si giustifica sostenendo pubblicamente che si tratta di accuse infondate e si dichiara pronto a chiarire tutto agli inquirenti (che in realtà stanno facendo un lavoro egregio senza farsi intimidire). Il berlusconismo in salsa molfettese sembra simile al gioco delle tre carte: questo vince, questo perde, ma alla fine è sempre il cittadino a perdere. Questo “metodo Azzollini” secondo la definizione dei magistrati, ci è stato propinato negli ultimi 10 anni e ha degradato la città, lasciandola perfino senza risorse, considerando i buchi di bilancio che hanno trovato i successori. E’ questo il futuro che stava costruendo per i nostri figli, come strombazzava con un manifesto gigante? Di quei buchi Azzollini era perfettamente cosciente visto che ha dirottato al bilancio comunale i fondi del porto, per coprire le falle e restare in linea col patto di stabilità. Per non parlare poi delle spese per pranzi e cene, per i chioschi di frutta e verdura, altro scandalo cittadino per favorire gli amici fruttivendoli suoi elettori, per la realizzazione della pista di atletica, fino al vergognoso stanziamento di 625mila euro di incentivi ai dipendenti comunali. C’era l’idea che si potesse comprare tutto. Ecco spiegata la sua rabbia della sconfitta elettorale: il timore che altri nel Palazzo potessero scoperchiare la pentola e scoprire, come sta avvenendo, il marciume che conteneva. Di qui la campagna elettorale di odio, continuando a dividere anziché unire la città come ha fatto per 10 anni. La città, però, come confermano alcuni nostri sondaggi, è rimasta sempre indifferente a un mega porto che consacrava il delirio di onnipotenza del peggior sindaco del dopoguerra che cercava solo di lasciare il suo nome nella storia, come il Cavaliere di Arcore. Ci sono riusciti entrambi: i loro nomi resteranno nella storia, ma in senso negativo. Del resto durante il mandato di Azzollini ci sono stati due grossi scandali con arresti (Mani sulla città e Operazione D’Artagnan) e il suicidio nelle acque del porto di un bravo dirigente sul quale la magistratura ha aperto un fascicolo per verificare se c’è stata istigazione. Un bilancio più negativo di così! Comunque, tornando al porto, un sospetto ci viene immediato: se Azzollini aveva dirottato i fondi del porto verso il bilancio comunale, era anch’egli consapevole che l’opera non sarebbe mai stata portata a termine (difficile reperire altri finanziamenti) e che, quindi, sarebbe finito tutto con un maxi risarcimento alla Cmc di Ravenna, la quale già batteva cassa per altre cifre milionarie? Del resto, secondo il gip del Tribunale di Trani, Francesco Zecchillo, c’era la piena consapevolezza della presunta associazione per delinquere (Balducci, Calderoni, Azzollini, il consigliere regionale Antonio Camporeale e il responsabile del settore finanziario del Comune Giusi De Bari) di “essere impegnato a dare il proprio contributo al perseguimento dei fini illeciti dell’associazione, in un rapporto di stabile e ben collaudata collaborazione tra i vari componenti dell’organizzazione”. Tra l’altro in una telefonata intercettata il 21 maggio del 2010 tra Giorgio Calderoni, procuratore e direttore tecnico della Cmc (arrestato con Enzo Balducci) e Carlo Parmigiani direttore tecnico del cantiere del porto, il primo si dichiara riconoscente verso Azzollini. Calderoni dice: “in realtà avrebbero prima dovuto aspettare di togliere le bombe però, va bè, va bè, adesso noi, secondo me, dobbiamo parlare un attimo coi nostri soci. Se vuoi la mia personale opinione, io, diciamo, per riconoscenza al senatore, andrei avanti. Perché sì, non lo posso abbandonare”. Più chiaro di così! Ma poi la Cmc ha chiesto il risarcimento dei danni per i ritardi dovuti allo sminamento. Per onestà occorre aggiungere che in questa partita del porto, non ci sono piaciuti i ruoli di alcuni protagonisti a cominciare dagli assessori del centrodestra, oggi tutti indagati, per avergli sempre detto di sì, rinunciando alla propria dignità personale, che oggi pagano. Azzollini era proprio un faraone, come lo definisce il nuovo sindaco Natalicchio? Non ci è piaciuto nemmeno il comportamento del Pd che avrebbe dovuto essere più incalzante, denunciando subito alla magistratura e alla Corte dei Conti il sen. Azzollini. Forse è stato frenato dal fatto che la Cmc fa capo alle cooperative rosse emiliane? Inspiegabile anche il ruolo della Regione Puglia con il tardivo ritiro della delega sul porto e perfino il ruolo del Consiglio superiore dei lavori Pubblici (il presidente della terza sezione, Sessa, è anche indagato). Un esempio di larghe intese? No, un esempio di pessima politica. QUINDICI - 15.10.2013 © Riproduzione riservata
Felice de Sanctis
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