Alla ricerca del candidato perduto
15/01/2013
FELICE DE SANCTIS - Alla ricerca del candidato perduto, potremmo definire così, parafrasando il titolo del capolavoro letterario di Marcel Proust, la situazione del centrosinistra a Molfetta la cui evoluzione, o piuttosto dovremmo dire involuzione, sta diventando una preoccupazione costante per gli elettori di quell’area e non solo. Anche la cosiddetta società civile che guarda con attenzione a questa coalizione considerata alternativa allo sfascio del centrodestra, sperava di avere subito un nome credibile su cui far convergere i propri consensi come alternativa al decennio azzolliniano che lascia solo macerie dietro di sé al pari del ventennio berlusconiano che ha lasciato a Mario Monti un’Italia in ginocchio, più povera, più illegale e perfino derisa a livello internazionale. Nel giro di poche settimane si sono bruciati tutti i candidati proposti o indicati dal Pd, da Sel, dalla Lista Emiliano (oggi scomparsa a favore di quella di Montezemolo “Italia futura”), dall’Udc, alcuni dei quali, strana coincidenza, erano avvocati, quasi che il destino di questa città (e dell’Italia, considerati i legali infilati dal centrodestra in Parlamento) debba essere affidato taumaturgicamente ad esponenti dell’area forense che, almeno a giudicare da chi ci lascia, l’ex sindaco Antonio Azzollini, anch’egli avvocato, non ha prodotto (come tutti gli avvocati parlamentari) buoni risultati. Anzi! Perfino l’avv. Giovanni Abbattista coordinatore del Pd locale, che aveva messo generosamente a disposizione la propria candidatura, ha deciso di farsi da parte nella speranza che si possa giungere a una candidatura unitaria, giovane, possibilmente femminile, credibile, forte della propria storia personale che possa rappresentare un’alternativa, una svolta, una novità nello scenario politico degradato che il centrodestra lascia dietro di sé. Ed è quello che anche “Quindici” auspica, forte della sua credibilità come opinion leader in una Molfetta che ha lentamente perduto la propria identità, come noi spesso abbiamo denunciato in questi anni. Non occorre andare lontano, basta guardarsi intorno e soprattutto garantire a questo candidato un appoggio leale e un sostegno concreto, come è avvenuto negli anni migliori della propria storia. Noi, per amore della città e del suo sviluppo, non ci lanceremo in campagne elettorali mascherate come altri, né saremo schierati, ma rappresenteremo, come sempre, la società civile, saremo trasparenti e liberi, racconteremo la verità dei fatti che dà fastidio ai due Antoni (Azzollini e Camporeale), facendo nomi e cognomi come sempre, per non alimentare l’antipolitica con accuse generiche a destra e sinistra alla Grillo, non faremo mancare il nostro appoggio a un candidato che possa rappresentare una svolta per ridare ai cittadini l’orgoglio di appartenere a questa comunità dalla storia gloriosa che va da Gaetano Salvemini a Gianni Carnicella. E non a caso citiamo il sindaco assassinato nel 1992 per aver detto no all’illegalità. Oggi, forse, Molfetta si trova nella stessa situazione con un’illegalità diffusa e tollerata da chi ha governato finora, dalla mancanza del rispetto delle regole, dall’arroganza che hanno aperto la strada al degrado non solo della città, ma ciò che è più grave, a quello delle sue istituzioni. E il ricordo va anche al 1994 quando la società civile portò alla guida della città un giovane sconosciuto Guglielmo Minervini, dopo un lungo percorso di dibattito interno e di partecipazione su un programma condiviso. È catastrofico lo scenario che abbiamo davanti e chi ha avuto la responsabilità di portarci a questa situazione cerca di riproporre un proprio clone sperando di manovrarlo dietro le quinte, per continuare a condizionare e a padroneggiare politicamente ed economicamente il territorio, forte anche delle divisioni dell’opposizione e dell’incertezza che domina sia nel centro sia nell’area di sinistra. La proposta della candidatura di Nicola Camporeale, detto Ninnì (nella foto), anch’egli avvocato tanto per cambiare, persona per bene con il grosso neo di aver detto sempre sì al senatore azzurro, apparendo privo di autonomia e fortemente di parte nella conduzione della presidenza del consiglio comunale. In pratica, la sua unica azione politica non può essere considerata positiva, soprattutto sul piano dell’indipendenza. Ora il senatore del Pdl, ha deciso di investirlo della candidatura, dopo averlo illuso in tante occasioni preferendogli candidati più fedeli, come il segugio Antonio Camporeale, promosso alla carica di consigliere regionale con lauto stipendio e annesso vitalizio assicurati, ma che si è fatto notare una sola volta con un intervento in aula contro la partecipazione delle donne (“la politica è un mestiere per uomini”). Forse perché sa che la partita questa volta è difficile e è quasi perdente. Ma è una partita da giocare, soprattutto nella sua difficile situazione politica che lo vede sempre più a rischio di conferma della sua candidatura al Parlamento. Per chi ha vissuto con sofferenza questi anni bui della politica e dell’amministrazione molfettese dall’illegalità diffusa alla crescita della microcriminalità con i “misteriosi” incendi di vetture, dal saccheggio del territorio cittadino alle accuse di speculazioni nell’agro, che hanno portato perfino all’arresto del responsabile dell’Ufficio territorio, l’ing. Rocco Altomare, fedelissimo di Azzollini che lo insediò in quell’incarico, la figura di Nicola Camporeale potrebbe rappresentare la controfigura del senatore, pronto a tornare in campo fra un paio di anni nel caso dovesse rimanere a digiuno dal banchetto romano. Del resto non aiuta Camporeale l’incapacità del Pdl di dialogare con i cittadini e la stampa non amica per la sua congenita allergia al confronto democratico, mai accettato da Azzollini. Sul fronte opposto, dopo la caduta delle candidature degli avvocati Abbattista, Altomare, Ragno (del quale era circolato anche il nome), del preside Manlio Massari e dell’ex sindaco Tommaso Minervini (le cui vere intenzioni non sono ancora sufficientemente chiare, ma al quale buona parte della sinistra rimprovera, a torto o a ragione, la sua scelta passata nell’amministrazione di centrodestra a fianco di Azzollini), l’area di centro potrebbe puntare a recuperare Annalisa Altomare, già sindaco della città dopo l’assassinio di Carnicella. Comunque si spera che a giorni venga fuori un nome nuovo e credibile sul quale costruire una coalizione vincente del centrosinistra, della società civile e del Movimento delle donne. E ci auguriamo che il profilo di tale candidato possa essere quello descritto prima, anche perché il tempo per costruire c’è ancora fino alla data elettorale di maggio per le amministrative. Intanto si registrano due candidature, quella dell’Idv che, dopo aver messo in campo il nome del magistrato Giuseppe De Benedictis (forse anche senza il suo consenso), oggi s’inventa il nome di Sergio Magarelli, segretario del partito locale di Di Pietro, ma dietro il quale si nasconde la figura dell’eterno ondivago fra diversi partiti, quel Michele Pascarella che ha sempre cercato uno spazio politico, ma senza avere consensi. Il fronte dei cosiddetti grillini è spaccato in due ed anche la presenza a Molfetta del leader, il comico Beppe Grillo, non è riuscito a smuovere più di tanto l’interesse cittadino: forse raccoglierà il voto di protesta, pur non avendo un programma né metodi democratici verso chi dissente, cacciato malamente dal movimento. Infine, l’unica novità è rappresentata dalla candidatura di Bepi Maralfa che, al di là del fatto di essere anch’egli avvocato, costituisce un tentativo di ripristinare regole e legalità per i quali si è battuto da sempre e la sua discesa in campo col movimento “Linea diritta”, rappresenta sicuramente un fatto positivo. Difficilmente riuscirà ad essere il candidato unico per tutta la coalizione di centrosinistra, ma sicuramente potrà essere un catalizzatore di consensi della società civile. Infine sembra essersi risvegliato anche il mondo diocesano, in questi anni tollerante della cattiva amministrazione di Azzollini: oggi l’Azione Cattolica propone un codice etico in 16 punti, in nessuno dei quali si ritroverebbe il centrodestra che ha governato finora. La partita è cominciata, ci auguriamo vinca il migliore. QUINDICI 15.1.2013 © Riproduzione riservata
Felice de Sanctis
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