Arrogante dileggio
15/02/2012
FELICE DE SANCTIS - Ormai la misura è colma. Il disprezzo delle istituzioni da parte di un rappresentante del Parlamento è quanto di più grave possa esserci in un Paese democratico. Certo il sindaco- senatore-presidente Antonio Azzollini e tutto il Pdl di Berlusconi ci hanno abituato a questo e altro: dal disprezzo per la magistratura a quello delle leggi dello Stato, all’invito a evadere le tasse alla prevaricazione delle minoranze, ma l’attacco a un corpo di polizia ambientale che tutela il territorio e combatte l’abusivismo edilizio, non si era mai visto. Eppure il nostro senatore “illegittimo” che difende la poltrona con i denti, regalando favori alla Lega Nord di Bossi, pur di mantenere il doppio incarico, è arrivato anche a questo nel suo delirio di onnipotenza e nel suo populismo da baraccone, che sta facendo più danni di uno tsunami. In una manifestazione pubblica, come la festa di S. Sebastiano patrono dei vigili urbani, Azzollini, sempre più nervoso e preoccupato, è arrivato ad affermare che «il Corpo Forestale dello Stato dovrebbe occuparsi di boschi e foreste e non di Comuni», offendendo sia questi militari, sia la magistratura. Insomma, un chiaro attacco ad una istituzione che, su incarico della Procura di Trani, ha avviato e condotto a termine indagini su presunti abusi edilizi che hanno portato all’arresto e alla detenzione prima in carcere poi ai domiciliari del dirigente dell’Ufficio Territorio ing. Rocco Altomare, nominato dal sindaco e persona di sua fiducia (l’unico dei suoi amici che non potrà stabilizzare come gli altri, a quanto si dice, con un incarico a tempo indeterminato, senza alcun concorso pubblico, prima della scadenza del suo mandato, con l’obiettivo di lasciare uomini di sua fiducia a Palazzo di città, gratificati da uno stipendio e da una futura pensione pagate dai cittadini). Forse il sindaco-senatore ignora o finge di ignorare che la “Forestale” deve occuparsi non solo di foreste e boschi, ma anche di ambiente e quindi di abusivismo edilizio e perfino del porto: anche qui siamo di fronte a materia che riguarda l’ambiente e il territorio. Ed è forse questa nuova indagine che dà fastidio ad Azzollini. Infatti, guarda caso, proprio qualche giorno prima della sua scandalosa esternazione alla festa della Polizia municipale, i “forestali” avevano fatto di nuovo visita al Comune e dalle 8 del mattino alle 20, avevano fotocopiato e sequestrato documenti sul porto, per conto della Procura della Repubblica di Trani che sta facendo un ottimo lavoro di indagine. La cosa ha dato fastidio al sindaco, sempre più in difficoltà (di qui la resistenza a mantenere la poltrona di senatore e quindi l’immunità), che lo ha spinto a criticare «le troppe polizie che fanno tutte le stesse cose», come riportiamo nella cronaca della manifestazione (di questo particolare solo Quindici ha dato notizia, fedele allo slogan “quello che gli altri non dicono”). La “Forestale” rappresenta una spina nel fianco di Azzollini, una spina che duole e che lo porta a parlare a ruota libera, tanto non rischia nulla. In un altro Paese, non pervaso dalla cultura berlusconiana del mancato rispetto delle regole e delle istituzioni, una dichiarazione di quel genere avrebbe portato alle immediate dimissioni. E questo fa parte dell’anomalia italiana, di un Paese dove i soldi pubblici sono spesi allegramente, vedi le ultime vicende relative al finanziamento di partiti anche estinti come La Margherita e An, che spendono tutto allegramente, tanto paga Pantalone, cioè i cittadini, ai quali, poi, si chiedono sacrifici. Questa classe politica di basso livello e qualità in Italia e ancora di più a Molfetta, non si rende conto che così facendo si alimenta l’antipolitica nell’opinione pubblica, che alla fine non porta a nulla di buono. Qualche giorno fa in occasione della festa di S. Francesco di Sales patrono dei giornalisti il vescovo mons. Martella ha invitato alcune testate della diocesi, fra cui la nostra per Molfetta, a un confronto sul messaggio “Silenzio e parola” anticipato da Papa Benedetto XVI per la giornata delle comunicazioni sociali. In quell’occasione abbiamo sottolineato come sia necessario saper tacere, soprattutto in un Paese dominato dalla peggiore tv, che ci ha abituato a parlare su tutto e tutti (vedi i dibattiti politici) producendo solo rumore e non permettendo alcuna riflessione. Non si è più abituati ad ascoltare e questo comportamento si riflette anche all’interno delle istituzioni locali, come il consiglio comunale, dove all’opposizione si impedisce di parlare e, quando il centrosinistra interviene con una critica, subito il sindaco e la sua grancassa di servi comincia a fare rumore per impedire agli altri di esprimere la propria opinione. Se Azzollini imparasse a parlare meno e ad ascoltare di più, proprio per la sua assenza da Molfetta, potrebbe capire le ragioni degli altri e amministrare meglio una città ormai allo sbando dalla sicurezza alle strade, dalla qualità della vita alla disoccupazione giovanile, alla crisi economica e alla mancanza di prospettive che non siano il fantomatico porto commerciale. La parola a volte fa violenza, perché esprime solo la voglia di apparire, più che di essere, la voglia di prevaricare l’altro e di dire comunque la propria. Il contrario del dialogo, dell’ascolto reciproco, della sintesi, del costruire insieme un confronto positivo, evitando che nelle nostre orecchie ci siano solo le nostre parole. Meglio una pessima verità, che un’ottima bugia, come sta dimostrando il governo Monti. Ma a Molfetta si continua a prendere in giro i cittadini, i quali quando scopriranno l’amara verità, sarà troppo tardi. Per amministrare occorre essere presenti e partecipare alla vita della città, non si può continuare a fare il sindaco del weekend e a comportarsi come un Mandrake (come Quindici ha definito Azzollini), illusionista e ipnotizzatore di folle. Sarebbe più onesto verso tutti i cittadini e non soltanto i propri elettori, scegliere tra i due incarichi per svolgere al meglio il mandato ricevuto. Non è con qualche milione in più o in meno dirottato a Molfetta, che si migliora la situazione complessiva veramente disastrosa, quella di una città che Azzollini non conosce direttamente (stando a Roma), nei suoi bisogni, nelle sue esigenze, nelle sue urbanizzazioni deficitarie (una per tutte le strade). Il risveglio sarà doloroso e a pagare saranno soprattutto i cittadini, quelli più deboli e indifesi. Come sempre. QUINDICI - 15.2.2012 © Riproduzione riservata
Felice de Sanctis
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