Veneto: non avevo dubbi sul fallimento dei voucher
Il giuslavorista sul nuovo strumento per l’occupazione
04/01/2017
Boom dei voucher nei primi 10 mesi del 2016: crescono del 32,5%, mentre i nuovi contratti a tempo indeterminato calano dell’89%. Un balzo significativo, anche se non raggiunge quel +67% registrato nel 2015 a confronto col 2014. I buoni lavoro tra gennaio e ottobre di quest’anno hanno toccato la quota considerevole di 121,5 milioni. E crescono del 2,4% i licenziamenti di coloro che avevano contratti a tempo indeterminato. Sono dati resi noti dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps e che forse, spiegano anche l’elevato numero di “NO” al referendum da parte dei giovani soprattutto del Mezzogiorno. Il ministro Poletti si dice pronto a cambiare le norme, ma la cosa era ampiamente prevedibile, per chi abbia un minimo di conoscenza del mercato del lavoro. Ne è convinto anche il prof. Gaetano Veneto, giuslavorista, già ordinario di diritto del lavoro nell’Università di Bari: “Non avevo dubbi sul fallimento dei voucher e i dati oggi mi danno ragione. Se si continua con i voucher non c’è futuro per i giovani e lo stesso mercato del lavoro. Questo strumento, nato per coprire i vuoti del lavoro stagionale o occasionale è divenuto un modo per coprire buchi occupazionali a basso costo, non creando lavoro stabile, ma stabilizzando il precariato. Un lavoro tampone senza certezze per il futuro. Quale prospettiva produce un lavoro che costa meno e dura lo spazio di un mattino?”. Insomma, una presa in giro per i giovani? “Certamente, una vera e propria truffa davanti al bisogno, che non offre alcun futuro ai nostri figli. E’ solo una boccata di ossigeno per tamponare una situazione di necessità, ma nessuna certezza: l’istituzionalizzazione del precariato, senza offrire alcuna garanzia dei diritti fondamentali dalla sicurezza, alle condizioni del lavoro. In caso di malattia, ti butto fuori e ne prendo un altro”. Tra le novità del mercato del lavoro c’è anche il jobs act? Sempre di precariato si tratta, ma offre più garanzie? “Per il jobs act va bene l’apprendistato e le assunzioni graduali, ma non si devono criminalizzare le garanzie di stabilità. Alla fine il risultato è stato quello di un rafforzamento delle giustificazioni di licenziamento. Dare la libertà assoluta di licenziamento, finisce per essere un abuso. Certamente i parassiti vanno eliminati, ma non si può dare all’imprenditore la libertà di licenziare come e chi vuole, senza tutele per i più deboli. Allungando l’età pensionabile, abbiamo finito per mettere i giovani contro i vecchi col risultato che l’Italia oggi non è un Paese né per vecchi né per giovani. Occorre un equilibrio: aumentare i pensionamenti nelle attività che tirano meno sul mercato e mantenerle in quelle ad alta tecnologia permettendo agli anziani di formare i giovani per un mercato del lavoro di qualità”. E il reddito di cittadinanza? “Anche qui è questione di equilibrio: non va dato a pioggia, ma in modo oculato, come un incentivo al lavoro, non come un finanziamento generalizzato”. La Gazzetta del Mezzogiorno 4/1/17
Felice de Sanctis
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