Ecco i robot collaborativi
Presentati alla Masmec di Bari
13/05/2016
Assistenti o colleghi di lavoro con i quali lavorare fianco a fianco affidando loro mansioni più pericolose, ripetitive, ma assolutamente precise. Sono questi i “robot collaborativi”, innovazione dell’industria 4.0 che si distinguono da quelli tradizionali chiusi in recinti e a rischio di incidenti. Questi robot sono affidabili, possono lavorare a stretto contatto di comito con noi, ci aiutano, lasciandoci la possibilità di occuparci dedicarci a compiti più sofisticati e creativi, in una fabbrica che diventa più flessibile. A presentare questi “giocattoli” sofisticati a partner e clienti dell’azienda, ricercatori e docenti è stata la Masmec di Bari che ha permesso di osservare dal vivo le loro performance e la loro straordinaria capacità di interagire con l’uomo e di eseguire docilmente i suoi ordini, condividendo gli spazi di lavoro. Aiutanti instancabili, si adattano alle nostre esigenze offrendo flessibilità, velocità, forza e precisione in operazioni che richiederebbero tempo ed energie dell’uomo che vengono così impiegate in altre attività, dove l’intelligenza ha ancora il predominio. La quarta rivoluzione industriale sta avanzando velocemente ed è caratterizzata da sistemi produttivi sempre più complessi, automatizzati e interconnessi, con un’interazione crescente fra uomo e macchina, che permetterà un aumento della competitività per le aziende che decideranno di investire in queste innovazioni tecnologiche. Non più, dunque, forza-lavoro ma cervello-lavoro permettendo anche uno sviluppo della persona, che richiede adeguata formazione e un ripensamento delle politiche retributive, consentendo alle aziende di recuperare margini che possono in parte essere redistribuiti. La Masmec, azienda di Bari specializzata in tecnologie di precisione, robotica e meccatronica applicata ai settori dell’automotive e, recentemente, anche a quella biomedica, ha deciso, perciò di coinvolgere i propri partner in questa avventura, destinata a risultare vincente e che permette di creare nuove figure professionali legate alla programmazione, all’analisi dei dati, all’integrazione dei sistemi. La Gazzetta del Mezzogiorno 13/5/16
Felice de Sanctis
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