Bomba d’acqua mette in ginocchio le aziende della zona industriale di Molfetta
19/07/2016
FELICE DE SANCTIS
La valanga di acqua e fango che si è riversata sulla zona industriale di Molfetta, avrà conseguenze anche economiche ed occupazionali per le aziende coinvolte.
Ad essere più esposta di tutte è la Idromeccanica Srl, che produce martelli penumatici esportati in tutto il mondo. L’acqua che è entrata nel capannone fino ad un’altezza di circa 4 metri, riempiendolo come fosse una piscina, ha sommerso tutti i macchinari, alcuni acquistati di recente, rendendoli inutilizzabili. Un danno economico che non è stato possibile quantificare, ma che non sarà inferiore ai 7-8 milioni di euro.
A ciò si aggiunge la situazione occupazionale che vede una trentina di dipendenti senza lavoro e con un futuro incerto. L’azienda, senza tener conto dei rischi che si correvano, è stata praticamente costruita nella lama, per cui è diventata inevitabilmente il raccoglitore di tutta l’acqua e i detriti provenienti da Terlizzi e Ruvo che si sono scaricati a valle.
Con il suo alto muro di cinta ha fatto, praticamente da diga nei confronti degli altri insediamenti industriali che sono più avanti, ma ha subìto l’inondazione quando l’acqua ha superato gli argini di Lama Marcinase e si è riversata tutta all’interno del capannone.
Le altre aziende danneggiate che stanno ancora quantificando i danni, ma che complessivamente potranno aggirarsi sui 20 milioni di euro, sono Morgana (sprofondata), Lidl, Copron, Depa, Lorusso, Zeta Cash, e altre che in queste ore si sta cercando di censire.
L’area artigianale e industriale di Molfetta comprende circa 250 aziende per un valore di circa 1 miliardo di euro e dà lavoro a 12mila dipendenti, senza contare l’indotto. Si caratterizza per aziende di piccola e media dimensione anche a conduzione familiare che hanno sviluppato un settore produttivo di tutto rispetto, ormai conosciuto in Italia, ma anche all’estero. La produzione prevalente è quella della meccanica, ma non mancano il tessile-abbigliamento, l’agroindustria, i servizi di trasporto e anche due piattaforme logistiche della grande distribuzione.
Dopo un lungo periodo di crisi, da qualche tempo cominciava a notarsi un lieve segnale di ripresa, che l’alluvione ha neutralizzato, anzi fa temere il peggio.
L’Associazione degli imprenditori molfettesi con la sua battagliera presidente Loredana Lezoche è scesa subito in campo, coinvolgendo il presidente della Regione Michele Emiliano che è corso a Molfetta a verificare personalmente la situazione, ma anche le forze politiche ed economiche locali perché si possa raggiungere quell’unità, che a Molfetta rappresenta una chimera da anni, con fazioni schierate e l’un contro l’altra armate. Obiettivo è superare l’emergenza e riportare l’area alle condizioni di sicurezza necessarie ad evitare un altro allagamento, soprattutto perché il territorio resta a forte rischio idrogeologico.
Intanto Pasquale Marrone, titolare dell’azienda Idromeccanica aspetta che l’ultimo goccio di acqua venga rimosso dal suo capannone e spera di trovare una soluzione alla distruzione delle sue macchine. C’è chi dice che, forse, sarebbe più utile spostare l’azienda in un posto più sicuro per ricominciare con tranquillità con il contributo regionale, dopo che il commissario prefettizio Mauro Passerotti avrà chiesto lo stato di calamità naturale.
Una soluzione che darebbe spazio all’apertura di quel canale ostruito a suo tempo dal capannone aziendale e che potrebbe portare agevolmente le acque meteoriche al mare senza provocare ulteriori danni.
La Gazzetta del Mezzogiorno 19/7/16
Felice de Sanctis