«Nessuna traccia di Sud nella legge di stabilità». Confindustria e governatori critici. Furlan: fiscalità di vantaggio
Cisl, convegno nazionale. La difesa del sottosegretario De Vincenti (Sviluppo) abbiamo strappato all’Ue la clausola investimenti, 5 miliardi di fondi nazionali in gran parte per il Mezzogiorno
17/10/2015

BARI - E’ stato un atto di accusa corale, al convegno della Cisl di Bari, da parte dei presidenti delle regioni del Mezzogiorno e del vice presidente della Confindustria Alessandro Laterza a Bari per l’assenza di una politica per il Sud nella legge di stabilità, malgrado le promesse del presidente del Consiglio Mattero Renzi. 

«Il Sud non c’è - ha detto Laterza – eppure il governo aveva promesso di mettere il Sud come priorità. Qui c’è stato un crollo degli investimenti del 50%, mentre servirebbe il credito di imposta  per far sì che riprenda la domanda, anche perché è necessario comprendere che la priorità del Sud è nell’interesse nazionale».
Gli ha fatto eco il presidente della Regione Michele Emiliano che, ha sottolineato come la Regione abbia costruito il suo successo nel rispetto delle regole e della legalità e ha chiesto l’impegno di tutti, soprattutto delle regioni meridionali per realizzare politiche comuni, per ottenere risultati migliori. Emiliano ha ricordato come nel Sud si debbano combattere situazioni difficili ogni giorno, ecco perché servirebbero risorse aggiuntive, quantomeno delle facilitazioni fiscali (fiscalità di vantaggio) per colmare questo divario col Nord. Se il governo con la legge di stabilità fissa condizioni uguali per tutti, quale azienda sceglierà di venire al Sud quando può avere condizioni migliori al Nord, soprattutto sul piano della infrastrutture?
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, ha cercato di difendersi, sostenendo che la legge di stabilità offrendo condizioni uguali per tutti, permette la crescita complessiva dell’Italia e quindi anche del Sud. De Vincenti ha rivendicato al governo il fatto di aver realizzato una legge finanziaria espansiva pur nel rispetto del rigore di bilancio imposto dalle Ue. E questo serve a dare un messaggio che il Paese può crescere con l’intento di creare fiducia sui mercati, per liberare risorse, dimostrando di essere capaci di anticipare alcune misure, come quella dell’Irap già nel 2015. «Purtroppo, non si riesce mai a riconoscere le cose che si fanno, ma l’Italia cresce come e più degli altri Paesi europei, più della Francia nel Pil e più della Germania nell’export: questi sono fatti che danno l’idea della ripresa economica in atto. Ecco perché chiediamo all’Europa una flessibilità dello 0,3% sul patto di stabilità per fare investimenti.
«C'è una cosa fondamentale che è il supporto finanziario chiave del Masterplan e dei Patti per il Sud – ha replicato alle accuse -. Noi abbiamo ottenuto dalla Commissione Europea la clausola investimenti, grazie all'azione del Governo italiano grazie al semestre di residenza europea, significano 5 miliardi di risorse nazionali su investimenti che vanno sui Fondi Strutturali, sulle grandi infrastrutture e così via. Che significa, compresi i fondi europei, complessivamente di più di 11 miliardi. Buona parte di questi vanno al Mezzogiorno, almeno il 60% nel solo 2016. Cioè un salto di investimenti nel Mezzogiorno che sarà fondamentale. Saranno fatte cose molto concrete, alcune le ha già dette il presidente del Consiglio, come la Terra dei Fuochi, progetti molto precisi e molto concreti che affrontano alcuni dei nodi strutturali chiave del Mezzogiorno. Questa è una cosa enorme - ha concluso De Vincenti- è la prima volta che c’è uno stanziamento di risorse di questo rilievo».
L’importanza di partire dal Sud per far crescere l’intero Paese è stato il tema del convegno, sottolineato dal segretario confederale della Cisl Giuseppe Farina, dalla coordinatrice Cisl delle regioni del Sud Lina Lucci e dal segretario generale Annamaria Furlan. Quest’ultima ha insistito sulla necessità di dare uno scossone alla crescita e individuare le priorità per un progetto di sviluppo, evitando la contrapposizione, perché manca un impegno serio del governo per il rilancio del Sud. La Cisl chiede fondi per la coesione, con l’effettiva spendibilità delle risorse, infrastrutture materiale e immateriali, la fiscalità di vantaggio, un’appropriata politica industriale, un efficace contrasto alla disoccupazione e alla povertà, il miglioramento della vivibilità dei territori per cittadini e imprese con una maggiore qualità del lavoro e dei servizi, attraverso un ruolo del partenariato del sindacato.
Al dibattito hanno partecipato oltre ad Emiliano anche i presidenti e i rappresentanti delle regioni Sicilia, Crocetta; Calabria, Oliverio; Abruzzo, D’Alfonso; Petraroia, v.pres. Molise; Berlinguer, assessore infrastrutture Basilicata.

La Gazzetta del Mezzogiorno – Puglia e Basilicata 17.10.2015

Felice de Sanctis
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