Le buone azioni per la Borsa
Piazza Affari è cresciuta del 20% in un anno ma attenzione ai tonfi
30/10/2013

FELICE DE SANCTIS

Investire in Borsa non è la stessa cosa che acquistare titoli di Stato. Dopo il boom degli anni d’oro quando anche il piccolo consumatore si era illuso di poter fare guadagni rapidi “giocando in Borsa”, ora il “parco buoi” si è molto assottigliato sia perché la crisi economica ha eroso il risparmio, sia perché con pochi soldi a disposizione investire in Borsa può equivalere al “gratta e vinci”, col rischio di perdere tutto il capitale nella speranza della vincita milionaria, che comunque non ci sarà mai.
Con i tempi che corrono riuscire a guadagnare un 10-15% sarebbe già risultato favoloso e non avrebbe fatto un buon affare anche il “cassettista”, l’investitore con intenti non speculativi ma con l’obbiettivo di tenere i titoli oggetto dell’investimento (conservati in genere in una cassetta di sicurezza, in un deposito amministrato, o personalmente in casa) per un tempo più o meno lungo, non essendo interessato al loro andamento di breve periodo. Occorre considerare che l’investimento in Borsa non è come quello in titoli di Stato, perché esiste sempre una grossa percentuale di rischio ed è pura illusione pensare di arricchirsi dalla sera alla mattina. La funzione principale della Borsa è quella di far incontrare la domanda e l’offerta di titoli mobiliari.
Le società quotate a Piazza Affari raccolgono così sul mercato i finanziamenti necessari allo sviluppo delle proprie aziende e i risparmiatori hanno a disposizione una serie di alternative (al deposito bancario o ai Bot) sicuramente più remunerative all’impiego del proprio risparmio. Acquistare o vendere titoli sui mercati regolamentati, costituisce il nucleo essenziale dell’attività di intermediazione mobiliare. 
Da un’analisi del mercato si rileva che le piccole perdite di una gran parte degli investitori sono compensate dai consistenti guadagni di pochi, anche perché molte persone interpretano l’investimento in Borsa come una scommessa non come un investimento, del resto la stessa definizione di “giocare in Borsa” sottintende un gioco d’azzardo. Ma non è così.
Oggi, grazie alla possibilità del trading on line, è possibile, comodamente seduti davanti al proprio computer, comprare e vendere titoli, senza dover andare in banca e soprattutto con la possibilità di controllare agevolmente l’andamento del mercato e valutare quando vendere e quindi incassare il proprio utile.
Il consiglio per chi si vuole cimentare in questo investimento, che è comunque a rischio, è quello di comprare quando il mercato è in forte calo (di solito, in questi casi si può raddoppiare il capitale in 10 anni, anche se il mercato sta diventando sempre più volubile), puntando sulle aziende meno esposte a rischi finanziari, come sono le società poco indebitate, legate alla produzione industriale e non alla finanza  e al ciclo economico e con un elevato valore “reale”, le utilities (elettricità, gas, acqua) e i gruppi del comparto petrolifero.
La crisi economica globale sembra (è sempre meglio essere prudenti) aver superato la fase più pesante e sta avviandosi verso un recupero del Pil, che potrebbe portare a una crescita del mercato azionario. Se guardiamo alla Borsa italiana, vediamo che la performance degli indici in un anno è di poco superiore al 20 per cento.

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La Gazzetta del Mezzogiorno – 30.10.2013

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