«Questa decisione è una misura interessante, motivata dalla bassa pressione sui prezzi nel medio-termine e da una perdurante debolezza della fiducia economica nell'area euro. Perché sia realmente efficace andrà affiancata da misure che possano facilitare l'erogazione del credito da parte del mercato ed incentivare la ripresa dei consumi. In quest'ottica guardiamo favorevolmente al tavolo di lavoro avviato dalla BCE con la BEI per risolvere il problema della carenza di credito per le imprese, in particolare per le PMI».
E’ questo il commento del Presidente della Banca Popolare di Bari, dott. Marco Jacobini, alla notizia della riduzione dei tassi allo 0,50% da parte della Bce.
Più pessimista il presidente delle Banche di Credito Cooperativo di Puglia e Basilicata, avv. Augusto Dell’Erba, che non crede che la misura annunciata dal Governatore Mario Draghi possa avere un effetto determinante sulla ripresa, anche perché se gli istituti di credito hanno già raccolto il denaro a tassi più alti, difficilmente potranno impiegarlo a tassi inferiori. E questo vale ancora di più per l’Italia e il Mezzogiorno.
«Non penso che questa misura possa avere conseguenze positive sull’economia, almeno su quella italiana, perché i mercati avevano già scontato l’effetto di una misura già attesa da tempo», ha aggiunto Dell’Erba.
Tra l’altro le banche, pur avendo avuto grande disponibilità di denaro, restano sempre prudenti quando si tratta di impieghi a medio e lungo termine nei quali la curva dei tassi si presenta ancora molto più elevata. Del resto gli imprenditori si attendono denaro a lungo termine mentre oggi la liquidità non può essere impegnata a lungo termine. Non sarebbe prudente, soprattutto di fronte all’incertezza delle decisioni delle autorità monetarie che potrebbero richiedere indietro quel denaro mettendo in crisi le banche stesse.
E’ un problema complesso di macroeconomia che, nell’attuale crisi economica, non può essere risolto con una singola misura tampone.
Gli istituti di credito allenteranno la stretta creditizia, quel temibile credit crunch al quale molti imprenditori attribuiscono l’origine di tutti i loro mali e della difficoltà di continuare a stare sul mercato?
«Per quanto riguarda le banche di Credito Cooperativo – aggiunge Dell’Erba – il problema non esiste perché noi abbiamo impiegato l’80% della nostra raccolta proprio a favore di famiglie e imprese. Gli altri istituti di credito penso saranno più prudenti, proprio per quel discorso della raccolta del denaro che viene fatto sempre con finalità alla destinazione finale. Se, ad esempio, i Btp offrono tassi di rendimento intorno al 4%, per concedere un prestito occorrerà chiedere almeno il 4,1% (ma sarà sicuramente molto più alto) e quindi il discorso della riduzione dei tassi della Bce, è destinato a restare privo di effetti consistenti».
Dell’Erba spera invece nei possibili effetti positivi del nuovo governo Letta che, oltre ad essere politico, appare più stabile rispetto a quello tecnico che aveva il fiato corto. Ci sarà un rilancio dei consumi?
«Difficilmente potrà avvenire con la riduzione dei tassi. Più probabile che possa avere origine col rinvio dell’Imu o con la sua cancellazione, perché spingerebbe il consumatore a spendere la somma già accantonata per questa tassa prevista per giugno. Ma nessuno oggi, nell’attuale crisi economica, è in grado di prevedere le mosse di un consumatore che appare abbastanza spaventato, molto prudente e poco propenso a spendere. Non si dimentichi che registriamo anche a un calo consistente del risparmio delle famiglie, che è stata una delle caratteristiche si solidità economica del nostro Paese».
La Gazzetta del Mezzogiorno – 3.5.2013