FELICE DE SANCTIS
La notizia del giorno è che il governo ha inserito nell’allegato al documento economico finanziario che il presidente del consiglio Matteo Renzi presenterà la prossima settimana anche la tratta ferroviaria del collegamento Bari-Napoli. Per questa opera infrastrutturale il ministero dei Trasporti ha finanziato in parte 3 miliardi di euro oltre all’ulteriore previsione di 1miliardo e 400 milioni attraverso i fondi Pon.
Il vice ministro alle Infrastrutture con delega al trasporto pubblico locale Riccardo Nencini lo ha anticipato ieri a Lecce e ne ha dato ufficialmente l’annuncio a Bari, ma si mantiene prudente anche parlando con la Gazzetta soprattutto sul problema del raddoppio della tratta ferroviaria Termoli-Lesina.
«Per la dorsale adriatica sono previste opere per 250 milioni euro per l’avvio delle opere su un totale complessivo di un miliardo e mezzo, per i quali sono stati già espressi i pareri favorevoli sia da parte del ministero dei Traposti, sia da parte della Regione Puglia che del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Sono ottimista e credo che da qui ad una decina d’anni potremo salire sul primo vagone veloce che collegherà in 1 ora e 40 minuti le due città».
Certo, la notizia della priorità non può che far piacere, ma occorre andare cauti, dopo tanti anni di promesse non realizzate. Quando il progetto diventerà esecutivo, potremo dirci soddisfatti. Del resto la Gazzetta sta portando avanti la campagna per l’alta velocità e il raddoppio del linea Termoli-Lesina e ogni passo avanti è già un buon risultato.
Restano comunque gli ostacoli della Regione Molise, che non gradisce il progetto, in particolare sul tracciato che dovrebbe attraversare il territorio del Comune di Campomarino con la realizzazione di un viadotto che taglierebbe in due il territorio costiero e impatterebbe con l’equilibrio del paesaggio. Il Comune di Campomarino e la Regione Molise hanno chiesto, in alternativa, il passaggio in galleria, ma questo progetto (secondo i tecnici di RFI-Rete Ferroviaria Italiana, che deve realizzare il raddoppio), comporterebbe una spesa di 150 milioni di euro in più rispetto ai circa 500 finora stanziati. Ma ancora più grave sarebbe il ritardo nell’ordine dei tempi: l’assessore pugliese ai Trasporti Giovanni Giannini, ha più volte dichiarato che le modifiche al progetto chieste dal Molise farebbero ripartire l’iter da capo, con un rinvio che potrebbe arrivare fino a dieci anni. Giannini ha chiesto che i due stralci Lesina-Ripalta e Campomarino-Termoli siano realizzati contestualmente utilizzando i fondi dei Programmi operativi nazionali (Pon) 2014-2020 per la parte di finanziamento ad oggi mancante. «Mentre si definisce la questione della variante sulla Ripalta-Campomarino, questo consentirebbe di eliminare – ha detto – la strozzatura del binario unico a 15 km sui 31 attuali entro il 2018-19. Significherebbe una notevole velocizzazione ed incremento dei treni, che a raddoppio completo della dorsale vedrebbe il passaggio da 64 a 230-240 al giorno».
Come supere questi problemi? abbiamo chiesto a Nencini.
«Il Molise ha chiesto 15 giorni per consultare il territorio, poi dovrà darci una risposta entro il 22 aprile».
In questi casi non è previsto che il governo possa surrogare la Regione in questa decisione?
«Sì - ma aggiunge prudentemente - : aspettiamo di vedere l’esito di questa consultazione dei territori».
C’è poco Mezzogiorno nel programma del governo Renzi.
«Tutto quello che necessita all’Italia e non solo al Sud è una priorità – precisa il vice ministro - la direttrice Adriatica e la Bari-Napoli sono fra queste».
Cosa ne pensa della macroregione Adriatico Ionica prevista dalla nuova geografia europea?
«La macro regione Adriatico Ionica rappresenta sicuramente un’occasione di sviluppo, attraverso un progetto che prevede un uso migliore dei fondi europei per permettere il collegamento reale fra gradi città meridionali e il Nord Europa. E’ tempo che l’Italia si comporti come una squadra di calcio, con due ali, perché il Meridione che guarda all’Adriatico e quello che guarda al Tirreno sono comunque necessari per lo sviluppo dell’Italia, non si salva un pezzo d’Italia senza altro pezzo. Al Sud sono arrivate molte risorse, sempre meno rispetto alle regioni del nord Italia. Tuttavia – aggiunge – il denaro non è stato speso; nel 2013, sono stati utilizzati, nel Mezzogiorno, solo il 21% dei fondi europei».
A Lecce il viceministro Nencini ha avuto un incontro in Confindustria sulla valorizzazione dello scalo merci di Surbo che l’organizzazione degli imprenditori vorrebbe avere in gestione da Trenitalia lo per valorizzarlo.
© Riproduzione riservata
La Gazzetta del Mezzogiorno – 5.4.2014