FELICE DE SANCTIS
Tutti d’accordo, va superata la rigidità del patto di stabilità se si vuole venire fuori dalla crisi, avviando sviluppo e nuova occupazione. E’ stato questo il leit motiv, insieme con quello della necessità delle macroregioni, della tavola rotonda organizzata dalla Cisl di Puglia e Basilicata al Politecnico di Bari per discutere di «Regioni, Europa e contesto globale. Expo 2015 e macroregioni, eventi e opportunità».
Per Giulio Colecchia segretario generale della Cisl interregionale «ciò che manca al Paese non è solo una politica che riconnetta, strutturalmente ed economicamente, le aree più deboli a quelle più forti, ma mancano anche quelle riforme che segnerebbero realmente il passaggio verso una modernizzazione che ne farebbe crescere la competitività e l’attrattività, dalla scuola-formazione-università, al mercato del lavoro-ammortizzatori sociali, dalla previdenza complementare obbligatoria, alla semplificazione amministrativa che non sacrifichi la legalità».
Ma è il problema del patto di stabilità che ci viene imposto dall’Europa, a creare i maggiori problemi – ha detto il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola nel corso del dibattito moderato da Felice de Sanctis, giornalista della “Gazzetta” – «noi non siamo cicale, ma se la spesa corrente va frenata, non si può fare altrettanto con quella per investimenti, perché solo così si crea la crescita e nuove occasioni di lavoro». Vendola ha sottolineato l’importanza dell’Università per la ricerca e l’innovazione raccogliendo il grido di dolore del rettore del Politecnico Eugenio Di Sciascio che lamentava come le università del Sud fossero state penalizzate, perché considerate un peso e non una risorsa per dare un futuro ai giovani. «Gli atenei del Sud non sono fonte di sperpero di denaro pubblico – ha aggiunto Vendola – abbiamo bisogno di loro per creare innovazione». E ha citato l’esempio dell’aerospazio che in Puglia potrebbe creare 6mila posti di lavoro e 1 miliardo di euro di fatturato. Ma l’Italia non fa più una politica industriale da 20 anni, mentre solo con l’industria è possibile portare il lavoro al Sud. E qui il discorso torna alla macroregione adriatico-jonica che comprende anche i Paesi dell’altra sponda dell’Adriatico e che può essere il volano dello sviluppo superando i danni fatti da un falso federalismo e da una politica regionalistica separatista.
Gli imprenditori dal canto loro, come ha sottolineato Alessandro Laterza, vice presidente nazionale di Confindustria, chiedono risposte di fronte ad una crisi che si fa sempre più stringente con aziende che chiudono ed operai che restano per strada. Laterza ha ripreso l’appello del presidente Squinzi «fate presto e fate bene, perché il tempo è limitato», per questo va modificata la disciplina dei fondi strutturali, finora dispersi sul territorio, concentrando le risorse ma anche utilizzando il Fondo di sviluppo e coesione (erede dal Fas) dove non sono stati spesi 40 miliardi 2007-13.
Anche la Basilicata è pronta a fare la sua parte: «incontriamoci anche subito. Ha detto il presidente Marcello Pittella a Vendola e al segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni. Non basta più il fai-da-te non bastano le risorse della Ue, ma occorre un rapporto nuovo col governo centrale. La Basilicata concorre col 15% al fabbisogno energetico nazionale, ma ne ricava appena 150 milioni l’anno. Possiamo fare molto nel campo dell’agroindustria dell’hi tech delle agro energie, della logistica».
Sulla necessità di cambiare schema di gioco e di lavoro, concorda anche Raffaele Bonanni, che ha concluso il dibattito individuando fra le cause della crisi anche quella del benessere alimentando i consumi nel settore dei servizi, che alla fine ha prodotto parassitismo soffocando l’industria e la produzione in un Paese con una grande tradizione di trasformazione. «Occorre migliorare fortemente la qualità dei prodotti, qui è la sfida del cambiamento per una maggiore competitività nel mercato globale. Il nuovo governo Renzi farà bene ad affrontare subito il problema fiscale, che è quello che crea sperequazioni. Per l’Italia il nuovo governo è l’ultima spiaggia, dopo c’è solo la voragine».
In conclusione è stata sottolineata la necessità di incrementare le infrastrutture, soprattutto i trasporti, citando la campagna della “Gazzetta” per l’alta velocità sulla dorsale adriatica: hanno firmato tutti i partecipanti al convegno e lo stesso segretario Bonanni.
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La Gazzetta del Mezzogiorno – 28.2.2014 – Puglia e Basilicata