Con il 730 precompilato, meno oneri ma è un rompicapo per le detrazioni
17/05/2015

Ci avviciniamo alle date più odiate dagli italiani: quelle delle scadenze per la compilazione delle dichiarazioni Irpef, 730, Unico e quant’altro. Quest’anno c’è il vantaggio di poter utilizzare il modello precompilato, ma questa scelta anche se semplifica il compito di ciascun contribuente e gli fa risparmiare il costo del commercialista, non piace a molti perché impedisce detrazioni, anche se evita il rischio di accertamenti.
Infatti, se il 730 precompilato viene presentato senza effettuare modifiche, direttamente oppure al sostituto d’imposta, non saranno effettuati i controlli documentali sulle spese comunicate all’Agenzia dai soggetti che erogano mutui fondiari e agrari, dalle imprese di assicurazione e dagli enti previdenziali (interessi passivi, premi assicurativi e contributi previdenziali). Se il 730 precompilato viene presentato, con o senza modifiche, al Caf o al professionista abilitato, i controlli documentali saranno effettuati nei confronti di questi ultimi.
Resta ferma la possibilità di presentare la dichiarazione dei redditi autonomamente compilata con le modalità ordinarie (730 ordinario o modello Unico PF).
Fra i vari adempimenti c’è quello di indicare a chi destinare una quota dell’imposta sul reddito pari al 5 per mille a persone fisiche, a enti no-profit, come sostegno del volontariato, delle Onlus, delle associazioni di promozione sociale e di altre fondazioni e associazioni riconosciute; come finanziamento della ricerca scientifica e delle università e della ricerca sanitaria.
Quest’anno, in particolare, c’è stata una grossa polemica relativa al 5 per mille alle scuole, soprattutto perché il fondo da 50 milioni per le scuole è stato diviso in due tranche: l’80 per cento da ripartire sulla base delle preferenze dei contribuenti e il restante 20 per cento ai territori svantaggiati. Alcuni hanno criticato questa scelta sostenendo che si trattava di risorse stornate al fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, altri non gradivano il fatto che fossero state incluse sia le scuole statali che quelle paritarie, che vendo estendere anche alle superiori la detrazione di 400 euro per nucleo familiare e registrano l’introduzione di una norma “anti-diplomifici”.
Intanto anche l’appello della Corte dei Conti per uno sfoltimento dei beneficiari è caduto nel vuoto, perché anche quest'anno il 5 per mille ha fatto il pieno di iscrizioni, confermandosi poco sotto quota 50mila.
Per la precisione, il numero dei potenziali beneficiari di questa quota dell'Irpef ha raggiunto quota 49.967, registrando quasi mille iscritti in più rispetto alle 49.071 richieste dell'anno scorso, come si apprende dalle liste provvisorie apparse sul sito internet dell'Agenzia delle Entrate.
Per le onlus e gli enti del volontariato, quasi 9 mila enti ottengono un contributo inferiore ai 500 euro ed oltre mille non hanno ottenuto nemmeno una firma. Non solo: molte organizzazioni, pur non avendo finalità di lucro, non producono alcun tipo di valore sociale, rivolgendosi esclusivamente ai soci o iscritti, senza rispondere a criteri di misurabilità dell'utilità sociale prodotta.
La Corte ha ritenuto, inoltre, necessario intraprendere un'attività di audit dell'Agenzia delle entrate sul comportamento degli intermediari in potenziale conflitto di interesse, al fine di tutelare la libera scelta dei contribuenti. Infine, con riguardo alla pubblicazione sulla rete web, è necessario che venga pubblicato un unico elenco annuale di tutti i beneficiari, con il relativo numero di contribuenti e di importo. Solo così si potrà avere un quadro reale del finanziamento effettivo degli enti (in questo momento i dati sono confusionali e imparziali).
La Corte dei Conti ha sottolineato poi la preclusione di partecipazione per gli enti di diritto pubblico al finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici. Tali risorse, invece, vengono dirottate su enti privati spesso non specializzati nel campo del restauro e della conservazione, che sviluppano, peraltro, spesso, progetti assai discutibili e, pertanto, poco interessanti per i contribuenti. Secondo i togati, infine, risulta irrazionale l'impossibilità di scelta diretta dell'ente da parte dei contribuenti nella scheda per l'opzione della destinazione del 5 per mille a favore delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici.
Le categorie in cui rientrano gli enti del volontariato sono quattro: della ricerca scientifica e dell'Università, di quella sanitaria e le associazioni sportive dilettantistiche. A tutti questi potenziali beneficiari, si aggiungono i Comuni italiani, dal momento che i cittadini possono esprimere la scelta di destinare il Cinque per mille a sostegno delle attività sociali svolte dal proprio Comune di residenza. I contribuenti, inoltre, possono assegnare il proprio 5 per mille al finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici. Anche quest'anno in vetta alle richieste si conferma il mondo del Volontariato, con 41.343 iscritti. Seguono le Associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni ai fini sportivi, con 8.094 aspiranti, gli enti della ricerca scientifica e dell'Università, con 424 potenziali beneficiari in lista, e quelli della salute, con 106 domande.
Ma la novità più importante riguarda la decisione presa dal Parlamento nell’ambito della legge di stabilità, di rendere definitivo questo istituto avviato nel 2006 a titolo sperimentale e prorogato finora di anno in anno. Comunque i 500 milioni di euro del fondo appaiono ancora insufficienti e si chiede di eliminare il tetto al fondo stesso per allargare l’utenza.
Infine bisognerà vedere cosa accadrà quest’anno con i fondi destinati ai partiti. Lo scorso anno fu un vero flop: furono assegnati 325mila euro grazie alle preferenze accordate da appena 18.518 contribuenti sui quasi 30 milioni. Quest’anno potrebbe essere ancora peggio, considerata la crescente sfiducia dei cittadini verso la politica.

La Gazzetta del Mezzogiorno 17.5.2015

Felice de Sanctis
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