«La situazione è delicata e complessa, occorre mettere insieme tutte le capacità e le volontà sia istituzionali, sia delle parti sociali per venire fuori dall’impasse complessivo che si è creato sul caso Ilva».
E’ questa l’opinione di Angelo Bozzetto presidente reggente di Confindustria Puglia che, messe da parte le polemiche già superate in precedenza, con il governatore della Regione, Nichi Vendola, oggi invita tutti a un atteggiamento più riflessivo per favorire passi avanti a salvare un’azienda che è indispensabile non solo per Taranto e per la Puglia, ma anche per l’Italia.
La Confindustria svolgerà un ruolo importante in questo passaggio delicato allargando lo sguardo a 360 gradi, soprattutto di fronte ad una legge regionale in materia di impatto sanitario, che si prospetta meno penalizzante per le aziende?
«La legge regionale che ha come obiettivo quello di frenare le azioni di impatto ambientale non la condividiamo perché ci appare abbastanza rigida, ma una correzione è sempre possibile tenendo conto che non si può fare una legge che penalizzi solo la Puglia anche nei confronti delle altre regioni italiane. Occorre considerare che il sistema Puglia ne riceverebbe un danno a carico anche di altri settori che producono energia. Le emissioni vanno controllate nella giusta misura. Come Confindustria non vogliamo mollare, siamo impegnati su questo fronte e stiamo avendo contatti con i ministri Passera e Barca perché lo Stato intervenga con sostegni finanziari adeguati».
Insomma dalla legge ammazza Ilva, si può passare alla legge salva Ilva, ma i privati sono pronti a fare la loro parte?
«Certamente, e Riva in questi anni lo ha fatto abbondantemente, ma non bisogna dimenticare che nel 1995 ha ereditato dallo Stato un impianto l’Italsider, che aveva già grossi problemi sul piano dell’inquinamento ambientale. Ecco perché, fatte 100 le risorse necessarie ad affrontare il problema, del 70-75% deve farsene carico il governo, mentre il 30% dovrà costituire l’impegno dell’imprenditore che non si tirerà indietro. Del resto lo Stato ha “goduto” della siderurgia italiana. Oggi siamo in una situazione di crisi e tutti devono fare la loro parte».
E la magistratura che sembra decisa a sequestrare un reparto, anche in base a perizie molto negative?
«Credo che la magistratura abbia piena autonomia di decisione. Non entro nel merito delle perizie, ma esprimo il massimo rispetto per il lavoro dei giudici: ci adegueremo alle decisioni e alle scelte che verranno fatte, perché siamo sicuri che non potranno essere penalizzanti per l’occupazione e l’impresa. L’azienda chiede solo il tempo necessario a completare le attività ambientali. Anche il discorso dei parchi minerali va in questo senso, si tratta di investimenti importanti nel rispetto delle procedure previste».
La Puglia, allora, come laboratorio nazionale di un’intesa complessiva in tema ambientale tra azienda, parti sociali, politica e istituzioni?
«Sicuramente sì. Sono ottimista. Dalla crisi può nascere il rilancio non solo dell’azienda, ma anche nazionale del territorio, un esperimento con benefici per tutti».
La Gazzetta del Mezzogiorno 18.7.2012