BARI - «Il federalismo fiscale crea difficoltà ancora maggiori delle precedenti e colpisce i Comuni virtuosi del Sud. Il periodo che va da ora al 2013 sarà uno dei più tragici per i Comuni meridionali, che dovranno affrontare sacrifici smisurati insieme alle Regioni per i tagli da realizzare, mentre lo Stato non taglierà nulla. Il federalismo fiscale alla fine risulterà contrario a quello previsto dalla Costituzione con danni incalcolabili per i Comuni meridionali: sarà la rapina del secolo». Boccia senz’appello il federalismo appena approvato dal Parlamento il sindaco di Bari Michele Emiliano al convegno dell’Anci Puglia che si è riunito ieri nel capoluogo regionale. E’ polemico Emiliano, anche perché gli brucia troppo il fatto che il Comune di Bari possieda in cassa 120 milioni di euro, ma che non possa spenderli a causa del patto di stabilità.
Il sindaco del capoluogo ha ricordato come «la responsabilità» di aver avviato il federalismo sia stata proprio del centrosinistra, dando una prima attuazione all’art. 119 della Costituzione, ma lasciando poi meriti e demeriti al centrodestra. Ma non è stato realizzato il principio che l’addizio - nale Irpef doveva servire a prelevare il denaro vicino a dove poi si doveva spenderlo (principio fondamentale nell’art. 119 della Costituzione), per far capire ai cittadini l’efficienza o meno di chi li governava». Ma Emiliano non risparmia nemmeno l’Anci, quando respinge il giudizio positivo dato al federalismo («perché è un organo bipartisan con destra e sinistra e ha necessità di tenere insieme l’associazione dei Comuni e gestire con prudenza la dialettica Nord-Sud»), «ma io non ho cariche particolari e posso dire la verità: lo Stato ci ha tolto, senza restituire nulla; il capo di questo Paese è il ragioniere generale dello Stato, i politici sono nelle mani di chi fa i conti e impedisce ai Comuni anche di fare un bilancio creativo».
Per Emiliano il compito dei Comuni è diventato quello di fare gli spioni del fisco, un compito, tra l’altro, difficile da realizzare in mancanza di strumenti adeguati per fare validi accertamenti. Il risultato è la totale immobilità economica e finanziaria, per cui l’inefficienza si scaricherà tutta sui cittadini, aumentando il disagio sociale e i tagli al welfare.
Il convegno di Bari, organizzato dall’Anci Puglia e dall’Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale) è stato incentrato soprattutto sugli effetti del federalismo fiscale sul bilancio dei Comuni per il 2011 e in particolare la riforma delle entrate ed i fabbisogni standard, gli obiettivi di spesa comunitaria per 2011 delle Regioni Convergenza. Ad introdurre i lavori è stato il presidente dell’Anci Puglia, Gino Perrone per il quale «il federalismo è un atto di responsabilità dei Comuni. Ritengo che tutto quello che i Comuni non hanno fatto in passato, il governo ha avuto la capacità di esprimerlo e di indicare quali sono le vie del federalismo. Oggi come oggi, i Comuni devono attivare quello che non è stato fatto in passato».
«Io – a spiegato – ritengo che i sindaci dovrebbero attivarsi per dare quell'impulso necessario di autonomia dei Comuni. Tutte le riforme sono difficili, ma ritengo che ci sia una capcità degli amministratori di portare avanti questa innovazione». «I tagli – ha concluso Perrone – sono una cosa, e sono dovuti a una crisi mondiale; ma il federalismo è una innovazione che saremo capaci di portare avanti».
Presentato in anteprima il vademecum «bilanci 2011 istruzioni per l’uso», la guida Ifel per accompagnare i Comuni nella stesura del bilancio preventivo. Le relazioni tecniche sono state affidate a Silvia Scozzese (direttore scientifico Ifel), Andrea Ferri e Salvatore Parlato (esperti Ifel) e Francesco Monaco (responsabile Anci Mezzogiorno e cooperazione). Hanno concluso i lavori Vito Santarsiero (delegato nazionale Anci Mezzogiorno) e Mauro D’Attis (delegato nazionale Anci sviluppo economico).
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