E’ in corsa per la promozione in serie B2 e sta disputando i playoff, grazie anche al 2° posto raggiunto nella regular season, la Gammauto Chevrolet Molfetta che milita nella serie C1 di basket.
Un successo sorprendente se si considera che la società è nata appena da un anno, dopo che un gruppo di 4 amici ha rilevato la “vecchia” Virtus che nella scorsa stagione aveva disputato un campionato non proprio esaltante, finendo retrocessa dalla serie A dilettanti, anche per mancanza di risorse economiche necessarie a iscriversi al campionato, col rischio di far scomparire il basket a Molfetta.
Alla testa del gruppo dei nuovi soci che hanno rilanciato il basket a Molfetta c’è Felice Cirillo, 36 anni, titolare di un’officina meccanica che, con Antonio Pucci, della Gammauto Chevrolet e vicepresidente, Domenico Bufi team manager e Giovanni Rafanelli, ha realizzato questo team che porta avanti un gioco di squadra vincente.
«Ci tengo subito a sottolineare – dice Felice Cirillo – che noi lavoriamo in gruppo, la mia carica di presidente è solo formale, perché con gli altri soci condividiamo ogni cosa e questo ci ha permesso di ottenere dei risultati che sono andati al di là delle nostre previsioni».
Come nasce questa decisione di rilevare la società molfettese di basket?
«Una sola è stata la spinta: la passione che accomuna noi quattro soci, da sempre tifosi della pallacanestro. Abbiamo fatto una scommessa, con molti rischi, ma grande entusiasmo, che alla fine sta premiando il nostro impegno. In passato siamo stati vicini alla vecchia società e abbiamo contribuito anche economicamente a sostenerla, ma poi quando le cose sono andate male, abbiamo deciso di impegnarci in prima persona. All’inizio ci ha aiutato il vecchio presidente Andrea Bellifemine che ringraziamo, poi lui è uscito di scena e noi abbiamo preso in mano la società».
Come avete ristrutturato la squadra?
«Abbiamo puntato a un paio di giocatori emergenti, ma di livello, valorizzando i ragazzi del settore giovanile (oggi sono quasi 200), con un allenatore collaudato come Giovanni Gesmundo proveniente dallo stesso settore, che è aiutato dall’assistente Schinzani. Poi abbiamo garantito serenità anche economica a tutti gli atleti e ci siamo posti un obiettivo di medio periodo, step by step, passo dopo passo, rinunciando ad iscriverci alla serie B per evitare il rischio di non riuscire a mantenere gli impegni. I giocatori hanno compreso il nostro sforzo e sono stati vicini alla dirigenza, dimostrandosi grandi uomini, prima che bravi atleti, e oggi non è facile. Abbiamo recuperato anche la tifoseria, i Blue Storm, che ringraziamo. E anche gli altri tifosi hanno risposto alla grande, restando vicini alla società».
Insomma, quei “quattro pazzi”, fanatici della pallacanestro che puntavano al quarto o quinto posto, oggi sono al secondo, dopo essersi laureati campioni d’inverno e aver partecipato alle finali nazionali di Coppa Italia a Legnano?
«Sì, ci consideravano tutti (ma anche noi lo dicevamo) quattro pazzi che si sono fatti carico di tutti i problemi in campo (e non erano pochi). Ma con una nuova squadra, abbiamo superato anche i dubbi di tanti che ci davano per sconfitti. Il campionato è iniziato male, abbiamo pagato lo scotto dell’inesperienza e della ristrutturazione sia della società sia della squadra. Poi, dopo la sconfitta col Monteroni, quando sembrava tutto perduto, abbiamo reagito con orgoglio con due atleti di livello come Corvino e Lombardo che hanno trascinato il roster. Per il nostro successo dobbiamo ringraziare in primis Andrea Guida della Chevrolet Guidauto, sponsor principale, poi tutti gli altri sponsor che hanno creduto nel futuro del basket a Molfetta».
Oggi siete soddisfatti? Quali sono i prossimi obiettivi?
«Intanto lottiamo per vincere i playoff, il gruppo è compatto, si è creata una bella chimica di squadra e sabato abbiamo un incontro decisivo nella semifinale Gara 1 con il Benevento. Quindi cerchiamo di chiudere la stagione nel migliore dei modi, poi pianificheremo la nuova, nella quale speriamo di fare buoni risultati come quest’anno e anche migliori. Invitiamo i tifosi a seguirci perché il basket è un patrimonio della città, che non può essere disperso. Noi ci crediamo».
Dirigenza con i piedi per terra ed entusiasmo alle stelle: la ricetta del successo della pallacanestro a Molfetta.
La Gazzetta del Mezzogiorno – giugno 2011