«La Camusso chiede uno sciopero generale, io dico no: i problemi sono tanti e non si può fare uno sciopero generale al giorno, ma non rinunciamo alle proteste, andiamo in piazza, magari di sabato e domenica». Così ha risposto da Bari, Raffaele Bonanni segretario generale della Cisl alla sua collega della Cgil.
«Lei ha la Fiom alle costole – ha aggiunto -, noi non abbiamo veti da nessuno e non dobbiamo chiedere il permesso a nessuno quando organizziamo le nostre iniziative sindacali, né abbiamo obblighi di pacchetti di sciopero da garantire».
Il leader della Cisl parlando al Consiglio generale dell’organizzazione territoriale pugliese ha rivendicato alla sua organizzazione un atteggiamento responsabile, senza fughe in avanti, né manifestazioni di forza che non servono in una situazione di grande congiuntura, perché, a suo parere, lo sciopero generale fa solo perdere altri soldi ai lavoratori e riduce la competitività delle aziende.
Bonanni ha disegnato uno scenario catastrofico del Paese, esprimendo forti dubbi sulla possibilità che, con le manovre messe in atto finora dal governo Monti, si possa superare l’attuale fase di emergenza.
«Se non si riduce di un terzo il debito pubblico, tutti i sacrifici e le manovre in atto, rischiano di essere solo ordinaria amministrazione oppure di peggiorare la situazione di fronte all’attuale recessione, con consumi bloccati, pensioni non rivalutate, salari appesantiti dalle tasse, ultime in ordine di tempo quelle indirette sulla benzina e l’Imu sulla casa. Far pagare a tutti la stessa tassa sulla casa è una patrimoniale per poveri e sta strangolando l’economia italiana. Il problema è proprio non pagare l’Imu o ridurne fortemente il pagamento, non semplicemente diluirlo nel tempo. L’unica patrimoniale del Paese non può essere quella di far pagare la casa di tutti. Ci sono lavoratori e pensionati che pagano fino all'ultimo centesimo e far pagare a loro come ai ricchi la stessa tassa sulle case, è soprattutto una patrimoniale dei poveri. Questo è profondamente ingiusto e sta strangolando l’economia italiana. L’Imu - ha precisato - equivale ad uno stipendio per un lavoratore e ad una pensione mensile per un pensionato. Siccome buste paga e pensioni sono bassissime, questo procurerà una ulteriore restrizione dei consumi e l’economia ne risentirà
maledettamente».
E’ il Sud – secondo Bonanni - il grande dimenticato nella discussione per lo sviluppo, ecco perché la Cisl chiede un patto per la crescita che non ignori il Mezzogiorno e che coinvolga insieme sia il governo centrale, sia quelli locali, parti sociali e parti politiche.
Ma è soprattutto il problema della disoccupazione a preoccupare il leader sindacale: «La disoccupazione del Paese è dovuta ai tantissimi giovani, donne e molti operai che o non hanno il lavoro o lo perdono».
Quale ricetta per favorire la crescita? «Bisogna agire sulle tasse, sui servizi, contro le criminalità, sull’istruzione, sulla pubblica amministrazione, su singoli progetti. La Puglia è evoluta e può essere una buona piattaforma per dare l’esempio di come il Mezzogiorno può crescere ancora di più».
Ecco perché è importante concentrarsi su singole progettazioni e sperimentazioni. «Per fare questo occorre una realtà che collabori, al posto di tante confusioni che vengono sfoderate di giorno in giorno. In un Paese che sta morendo è meglio che tutta questa foga venga utilizzata per trovare intese, accordi e cooperazioni in grado di cambiare la situazione grave che abbiamo sotto gli occhi».
La Gazzetta del Mezzogiorno – 21.4.2012 - Primo Piano pg. 2