E’ arrivata l’estate, viva l’estate. E con la stagione del sole, del mare, delle spiagge, da noi purtroppo vergognosamente, ma meritatamente, penalizzate dalla “bandiera nera” della Goletta verde di Legambiente, è arrivato anche il teatro estivo, che una volta si chiamava “estate molfettese” e che oggi più pomposamente si definisce “Festival del mare”.
In realtà, per i motivi che spiega in altra pagina l’ottimo Gianni Palumbo, ancora una volta questa iniziativa non raccoglie unanimi consensi, esclude i giovani (prezzi troppo cari) e anche i gruppi locali. E’ solo uno specchietto per le allodole, per essere presenti nelle pagine culturali dei quotidiani, ma certamente non è uno spettacolo popolare e tra l’altro abbastanza striminzito in confronto all’estate che propongono i Comuni vicini.
E così anche per gli spettacoli i molfettesi, sono costretti ad emigrare, complice l’amministrazione comunale. Emigrano per lavoro, emigrano per la casa, emigrano per le spiagge, emigrano per le discoteche, emigrano per i ristoranti (per fortuna, c’è chi si salva, come il “Caffè al Duomo” che invece, caso quasi unico grazie alle sue intelligenti proposte, registra una “immigrazione” di gente dai paesi vicini, perfino da Bari: un esempio da seguire per alcuni piagnucolanti commercianti locali e qualche improvvisata organizzazione di categoria) ed emigrano anche per gli spettacoli.
Insomma, sembra che l’amministrazione comunale spinga la gente ad allontanarsi dalla città: sarà per evitare il… sovraffollamento, sarà per evitare che i cittadini, passeggiando per Molfetta, possano notare come la città, a dispetto di qualcuno, non sia cambiata granché (al di là di qualche giostrina piazzata qua e là, vedi l’ultima sul lungomare Colonna, auspice qualche santo protettore dei giostrai), sarà infine, perché così i molfettesi evitano di pensare ai costi delle case non ancora costruite, ma già stratosferici, ai tagli all’ospedale, al lavoro-che-non-c’è e al costo della vita sempre più alto, con prezzi dei negozi da Principato di Monaco. E così, magari alle prossime elezioni, i molfettesi potranno aumentare ancora di più i consensi al centrodestra, autorizzando a chiudere del tutto l’ospedale, tanto, in termini di consenso, premia. Basta restare fedeli all’antico motto neroniano del “panem et circenses”.
Ma l’emigrazione nei paesi vicini, mentre le serate estive molfettesi sono paragonabili ai viali del cimitero di notte, servono soprattutto ad evitare che la gente faccia un po’ di conti, tra una granita e una pizza, perché potrebbero scoprire gli sprechi di questa amministrazione delle apparenze (Berlusconi docet) e della miseria delle sostanze. Ed è proprio alle “stagioni teatrali” che vogliamo riferirci. Basti per tutti la somma di ben 19.432,79 euro per una “Campagna di Comunicazione” del Teatro Pubblico Pugliese (delibera n. 240 del 28/05/2004). Uno scandalo! Sarebbe interessante, conoscere al dettaglio le relative voci e a chi è stata affidata la gestione di questi fondi.
È comunque uno spreco eccessivo di denaro pubblico (non dimentichiamo frutto delle tasse che tutti noi paghiamo) per udite, udite, una “Campagna di Comunicazione” a beneficio tra l’altro di forestieri, senza nessuna ricaduta economica a livello locale. E questo sarebbe il modo di favorire il territorio? “Ma mi faccia il piacere, sindaco”, avrebbe detto Totò nella sua saggia ironia.
E che dire dei circa 60mila euro per il “Festival del mare”, anche qui con ricadute economiche su altri Comuni vicini (intelligenti pauca): e così emigrano anche i soldi dei cittadini. Sembra che Bisceglie abbia deciso di concedere la… cittadinanza onoraria a qualche amministratore molfettese per questa generosa emigrazione turistico-economica e di risorse varie.
Ma lo scandalo maggiore è rappresentato dalla cosiddetta idea di mare o “Maridea”, di cui abbiamo vaghe notizie tant’è la sua inconsistenza: sembra che mettano insieme qualche gara di barchette, un po’ di musica da periferia e un po’ di pesce fritto da mangiare in piazza. Il tutto per la “modica” somma di 20mila euro, nel tentativo di dare visibilità a un assessore che brilla per il 54% delle assenze in giunta, impegnato com’è a trovare “idee” per maridea (quale idea?).
Mentre al bellissimo e valido “Ti fiabo e ti racconto”, che ha ricevuto grandi apprezzamenti sulle pagine culturali dei giornali regionali e nazionali, hanno tagliato il 60% dei contributi riducendoli ad appena 12mila euro (ma bisognava rinforzare la… “Campagna di Comunicazione” del Teatro pubblico pugliese).
Nel numero di Quindici di giugno abbiamo calcolato l’assenteismo degli assessori della giunta (la palma della vittoria spetta alla signora Maria Mezzina con l’82% di assenze pagate, seguita dall’assessore Brattoli con il 61%, da Tammacco con il 57% e da Nappi, quello delle “idee”, col 54%). Non è uno spreco anche questo, soprattutto per quanto riguarda gli assessorati inutili (non è il caso di Tammacco e Brattoli, ovviamente)? Ci manca, a tal proposito, l’ex sindaco Beniamino Finocchiaro, nella sua ineguagliabile funzione di maestro nella fustigazione degli scialacquatori del denaro pubblico, che avrebbe, da par suo, fatto le pulci all’ «allegra brigata» che governa la nostra città.
Credo che sarebbe più onesto rinominare queste manifestazioni come “Festival degli sprechi”.
Buone vacanze, ma cari concittadini, ogni tanto dai paesi vicini ricordatevi della vostra cara Molfetta e fate funzionare più il cervello della pancia.
QUINDICI - 15.7.2004
Felice de Sanctis