Le matite dello spreco
Incredibile il campionario delle spese di Stato
28/08/1997 01:23:00
FELICE DE SANCTIS L’hanno chiamata «Sprecopoli» un nome che ricorda quello più famaso di «Tangentopoli». Non si tratta di tangenti, ma di sprechi di Stato. Imputata la pubblica amministrazione, la cui abilità è tale che riesce a pagare perfino il 400% in più gli stessi prodotti, secondo l’ente che lo acquista o il fornitore a cui ci si rivolge. Una cosa incredibile, che la dice lunga sull’efficienza del pubblico. La logica è sempre la stessa: non esiste il criterio dell’economicità, tanto paga Pantalone, cioè lo Stato, cioè noi. E poi, naturalmente, per questi sprechi nessuno «paga» di persona. Almeno fino a ieri. Ora il Tesoro ha deciso di vederci chiaro in questa situazione, scoprendo casi eclatanti. Uno stick di colla è stato pagato da un minimo di 760 lire ad un massimo di 4.035 lire, il 431% in più; una penna «Bic» può oscillare dalle 101 alle 420 lire, con una differenza del 316%. Il sottosegretario al Tesoro, Pennacchi, spiega il fenomeno con la scarsa concorrenza. L’affidatario spesso viene scelto tra non più di due o tre ditte. Strano, visto i prezzi che paga lo Stato: ci sarebbe da arricchirsi. E poi è arcaica la struttura della burocrazia che «tiene conto più di procedure formali che guardano al rispetto delle norme che non al raggiungimento degli obiettivi». Così in tema di neologismi, dopo il redditometro, il sanitometro, un deputato di Forza Italia propone uno «sperperometro» per controllare gli sprechi. Del resto lo Stato non può chiedere ai cittadini di risparmiare e poi rivelarsi campione di sprechi. Ci chiediamo: la burocrazia è fatta di ingenui. o furbi, che magari ci marciano? Vogliamo credere alla prima ipotesi. Sarebbe opportuno, comunque, che questi «ingenui» vengano almeno rimossi. Altrimenti c’è il rischio che un novello Totò riesca a vender loro perfino la Fontana di Trevi, o quella di piazza Navona, magari con lo sconto, visto che ora le manca un pezzo è poi è perfino «fracica», come dice l'avv. Ceccarelli. La Gazzetta del Mezzogiorno - 1ª pagina - 28.8.1997
Felice de Sanctis
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