Allarme tariffe in vista del passaggio dalla lira all’euro. A lanciarlo è l’Associazione dei consumatori Adusbef che ha calcolato in 5.189 miliardi, con un impatto di 250 mila lire a famiglia, il costo della “transizione”.
In realtà il rischio inflazione, più volte paventato, è abbastanza reale, soprattutto per gli inevitabili “arrotondamenti” che verranno effettuati per rendere più semplice l’acquisto di beni e servizi soprattutto per le persone più anziane che potrebbero avere seri problemi con i centesimi.
Questi timori hanno spinto l’Adusbef alla denuncia alla Commissione Europea, sottolineando che mentre in Francia e negli altri Paesi Ue, i Governi hanno approntato sistemi di monitoraggio su base provinciale per tenere sotto controllo prezzi e tariffe, in Italia si continua a sottovalutare gli allarmi delle associazioni di consumatori. Per questo Adusbef si è rivolta alla Commissione Europea per segnalare gli aumenti già partiti e quelli che scatteranno dal 1 gennaio 2002.
Poiché soprattutto in Italia, Francia e Germania - dice l’Adusbef - esistono pericoli di aumenti di prezzi e tariffe mascherati da arrotondamenti, riconosciuti dalla stessa Commissione Ue e perfino dal Governo, l’Adusbef si è impegnata ad effettuare segnalazioni a cadenza quindicinale dei rincari. Visto che esistono tantissimi casi di arrotondamenti ai decimali superiori, mentre non si conoscono quelli effettuati ai decimali inferiori, ed acclarato che il monitoraggio sui prezzi su base provinciale come previsto in Francia, non sembra si voglia fare anche per gli interessi diretti del Tesoro ad incassare alcuni aumenti (Enel, lotto, lotterie, ecc.), è da presumere che l’impatto dell’euro in Italia produrrà un consistente aumento dei prezzi ed una crescita dell’inflazione, come stimato nel Dpef, pari allo 0,4%.
Questi alcuni aumenti che l’Adusbef ha segnalato all’Ue che coincidono con l’avvio dell’euro: 1) Enel, aumento della quota fissa per 18 milioni di utenti che hanno un contratto di fornitura di 3 Kw.
Spenderanno 70.880 lire l’anno invece delle attuali 39.600 lire, con un aggravio per le famiglie di 547 miliardi l’anno; 2) Sisal, il costo di una giocata al Superenalotto, da poco aumentato da 1.600 a 1.900 lire, passerà ad 1 euro: 36,27 lire a giocata fanno 197 miliardi di maggior costo; 3) le giocate Totip, Totocalcio, Totosei, Totobingol passeranno da 1.600 ad 1 euro, con un aumento del 21%: con un incasso lordo di 3.750 miliardi l’anno, i maggiori oneri per i cittadini saranno di 787 miliardi. Da notare che il 26,80% di una giocata va allo Stato come imposta, facendo incassare all’erario 2.113 miliardi nel ’97; 4) i biglietti di bus e metro aumenteranno da 1.500 lire ad 1 euro, con un rincaro del 29%. Gli utenti spenderanno 493 miliardi di maggiori oneri l’anno; 5) i costi dei servizi bancari sono già aumentati del 6,5%, contro un 3,3% del 2000. Ogni utente pagherà in media 25 mila lire in più un paniere di servizi non solo sul conto corrente, per esborso totale maggiorato di 525 miliardi l’anno; 6) le assicurazioni hanno aumentato le tariffe Rc auto del 9,9%, con un aggravio pari a 122 mila lire ad assicurato: l’esborso maggiore su base annua è di 2.640 miliardi.
Intanto con un certo ritardo il Governo ha emanato un decreto-legge (n. 350/2001), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 settembre scorso, per regolare alcuni aspetti dell’introduzione dell’euro che interessano anche i consumatori.
Vediamo di cosa si tratta.
1) Le banche convertiranno in euro i depositi in lire fin dai prossimi giorni. Chi vuole mantenere le lire fino al 31 dicembre 2001 dovrà darne comunicazione scritta alla banca, ma non ne vale la pena perché si tratta di un’operazione puramente scritturale. Infatti, fino al 31 dicembre i correntisti potranno continuare a staccare assegni in lire senza problemi, mentre la banca li convertirà nominalmente in euro. Dal 1 gennaio 2002 non potranno più essere emessi assegni in lire, che non saranno validi, ma fino al 28 febbraio 2002 si potranno continuare a versare banconote e monete in lire sul proprio conto.
2) Tutte le banche e gli uffici postali resteranno chiusi il 31 dicembre 2001, che è un lunedì, ma negli uffici postali non si potranno fare le operazioni di prelievo e di accredito neanche il 29 dicembre, ovvero il sabato precedente.
3) Banche, uffici postali, intermediari finanziari e cambiavalute dovranno ritirare immediatamente dalla circolazione gli euro sospettati di falsità, sotto pena di una sanzione pecuniaria di 5.000 euro.
Felice de Sanctis - La Gazzetta del Mezzogiorno